In Nejatollahi street, un’area nevralgica del centro urbano dove brulicano piccoli negozi e botteghe artigianali che sembrano volersi accanitamente affrancare dalle etichette della globalizzazione, un angusto negozio viene “reinventato” e trasformato in uno spazio di ristoro e incontro dal carattere fortemente identitario e attrattivo, attraverso un progetto innovativo – redatto dallo studio iraniano di progettazione Hooba Design – in grado di conciliare caratteri, materiali e suggestioni della tradizione costruttiva iraniana con un linguaggio dichiaratamente ed efficacemente contemporaneo.
L’intervento riguarda la ristrutturazione di un locale commerciale e la sua conversione in una caffetteria: viste le dimensioni piuttosto limitate (28 m2), la qualità del progetto si rintraccia nella forte caratterizzazione degli interni e nella cura meticolosa dei dettagli più che nell’articolazione degli spazi.
Originariamente lo spazio era connotato da un piano terra piuttosto angusto (altezza all’intradosso del solaio di circa 2 metri) e da un primo piano più alto. Il progetto riguarda la parziale demolizione del solaio intermedio per la realizzazione di uno spazio a doppio volume corrispondente all’ingresso da Nejatollahi Street e la collocazione al piano mezzanino, accessibile da una scala e da un piccolo ascensore sul fondo del locale, degli spazi di servizio (cucina e servizi igienici). Lo spazio di ristorazione è localizzato al piano terra.
La particolarità dell’intervento è costituita dall’intento di affidare a un unico materiale - il laterizio - il compito di enfatizzare una visione unitaria dello spazio che, dalla pavimentazione stradale e dal prospetto esterno coerente con il prospiciente edificio in laterizio della Camera dell’Artigianato Iraniano, si introietta all’interno finendo per estendersi a ogni superficie e diventando il leitmotiv per il rivestimento integrale di pareti e soffitti. Una gesamtkunstwerk che allude ad una precisa volontà di allinearsi con uno dei materiali principi della tradizionale costruttiva locale.
I rivestimenti in laterizio, sia esterni sia interni, sono caratterizzati da una morbida e fluttuante quinta muraria animata da un acceso dinamismo che si scorge nei cambi di curvatura, nel diverso passo e inclinazione dei moduli, nelle concavità e convessità che giocano a rincorrersi vivacemente in tutto l’ambiente.
Tecnicamente una sotto-struttura metallica fissata alle pareti portanti e al soffitto sostiene i moduli in laterizio montati a secco, dettando l’inclinazione delle superfici.
Ogni singolo elemento modulare in laterizio, di dimensioni 5x10x20 cm, è suddiviso in otto parti di 5x5x5cm, al lato di ciascuna delle quali è posto un inserto in vetro di colore turchese che impreziosisce la tessitura muraria. La diversa posizione di tali inserti (rivolti a sud per creare gradevoli effetti di incidenza con la luce), le differenti curvature superficiali e le varie orditure degli elementi modulari contribuiscono a generare molteplici possibilità percettive dello spazio, a seconda delle ore della giornata e delle posizioni dell’osservatore.
Ogni elemento impiantistico e accessorio viene schermato o posto in secondo piano rispetto alla quinta muraria di rivestimento, dalle tubazioni per la ventilazione della cucina - nascoste dalla parete laterale in collegamento con la facciata esterna - ai sistemi per appendere quadri, ai punti luce, quasi a volere intendere l’assoluta e dominate priorità figurativa del laterizio all’interno dello spazio.
In particolare il sistema di illuminazione è costituito da punti luce in plexiglas fissati ad una sotto-struttura metallica e collocati tra i giunti dei laterizi: tali elementi, senza emergere rispetto alla partitura muraria, ne divengono un’integrazione determinando suggestivi effetti di illuminazione con zone di luce irregolari, a volte diffuse e a volte più circoscritte.
Un intervento che associa ad una evidente complessità e raffinatezza nella composizione degli interni una metodologia costruttiva sostanzialmente semplice ma efficace e che sa reinterpretare in chiave notevolmente evocativa i materiali e gli apparati decorativi propri della tradizione locale: il risultato è un’opera calda, fluida e avvolgente, in cui è bello pensare di abbandonarsi in un’esperienza sensoriale che da un lato rimanda al contatto materico con la terra e con il materiale principe che da questa origina (il laterizio) e che dall’altro evoca l’intrigante fascinazione di una volta stellata nel cuore del deserto.
Scheda tecnica
Oggetto: | Espriss Café |
Località: | Teheran, Iran |
Committente: | Amir Derakhshi |
Progetto architettonico: | Hooba Design Group |
Capo progetto: | Hooman Balazadeh |
Project manager: | Elham Seyfi Azad |
Gruppo di lavoro: | Niloofar Al-taha, Noushin Atrvash |
Modellazione tridimensionale: | Mona Razavi |
Supervisione impiantistica | Mohammad Fard, Majid Kamali |
Supervisione opere di rivestimento in laterizio: | Ali Akbari, Nosrat-allah Mansouri |
Superficie: | 28 m2 |
Cronologia: | 2014 (realizzazione) |
Fotografie: | Parham Taghi-of |