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Italia/Sondrio  
act Romegialli

Ampliamento Casa di Riposo Ambrosetti Paravicini

Dati e proiezioni demografiche forniscono un quadro limpido del futuro della società del nostro Paese: in Italia, seconda nelle classifiche di anzianità solo al Giappone, prima della pandemia viveva oltre 1 milione di ultra-ottantacinquenni e nel 2050, secondo Eurostat 2018, il 32,7% della popolazione avrà più di 65 anni. Questa popolazione è composta in gran parte di soggetti autosufficienti che ambiscono a vivere attivamente la città e che costituiscono una risorsa, economica e sociale, capace di costituire un riferimento prezioso per le generazioni più giovani. La dinamica dell’invecchiamento della società è dettata, in larga parte, da fenomeni quali l’abbattimento del tasso di mortalità e l’innalzamento delle aspettative di vita, la diminuzione della natalità e l’incremento della popolazione in tutto il pianeta. Negli ultimi anni il fenomeno dell’invecchiamento ha assunto proporzioni sempre maggiori determinando una nuova architettura sociale. Il rischio di marginalizzazione dell’anziano fragile, in una società connotata da connessioni relazionali più virtuali che fisiche, impone una rivisitazione dell’impianto legislativo e delle politiche di welfare, l’orientamento della ricerca e la diffusione di nuove tecnologie oltre al ripensamento della risposta abitativa per questo segmento di popolazione, evidenziando la centralità dell’abitare come uno dei principali motori per la rigenerazione urbana.La ricerca di una soluzione che consenta di garantire la qualità e razionalizzazione del servizio, da una parte, e della domesticità che consenta di trovare un senso di appartenenza per gli ospiti è uno degli obiettivi che act Romegialli si è posto per l’ampliamento della Casa di riposo Ambrosetti Paravicini.Gianmatteo Romegialli è un progettista certamente non banale, cresciuto professionalmente con riferimenti quali Marcello d’Olivo, Gianni Avon, Lugi e Paolo Caccia Dominioni.
Il complesso oggetto di intervento si trova a Morbegno ed è costituito da due padiglioni: il primo è il padiglione Ambrosetti, edificio storico a corte aperta, mentre il secondo è il padiglione Paravicini, edificio più recente dall’impianto compatto: il volume di nuova edificazione è posto in aderenza al secondo padiglione.
L’ampliamento è costituito da un immobile che duplica l’esistente e ne mantiene la caratteristica compattezza. Planimetricamente il nuovo padiglione risulta tripartito: nelle ali esterne sono collocate le camere doppie mentre al centro è inserito uno spazio a uso collettivo che si apre, verso nord, con una grande superficie vetrata verso le Alpi Retiche. L’unico livello che consente la connessione diretta tra le varie parti della Casa di riposo è la quota seminterrata, dove una grande hall di ingresso risulta illuminata naturalmente da piccoli scarti di pendenza dello spazio circostante.
Il nuovo corpo di fabbrica contribuisce a dare consistenza e continuità al fronte urbano su Via Morelli e definisce un limite del giardino interno, precedentemente poco fruibile per le eccessive pendenze presenti. Con il nuovo padiglione viene ampliata l’offerta della struttura, portando la capienza complessiva a 190 posti letto e incrementando i servizi per gli ospiti che, essendo autonomi, necessitano solo di una bassa assistenza sanitaria: tra gli altri, sono presenti spazi per le cure intermedie e per le cure ad alta intensità, rivolte a soggetti post-acuti o post-operatori che necessitano di riabilitazione. Da un punto di vista estetico, l’edificio è caratterizzato da un massivo involucro in laterizio: il mattone faccia a vista, messo in opera con piccole variazioni della trama e scarti di profondità, infonde all’edificio quel senso di solida pacatezza che bene si addice agli ospiti. In alcune parti, la pacatezza della superficie continua è interrotta da una soluzione a frangisole grigliato, riedizione del tradizionale mandolato a scacchiera semplice, detto anche “hit and miss” (tocca e manca), che conferisce all’edificio un improvviso cambio di ritmo. Lo stesso ritmo è condizionato dallo studio dei serramenti: quelli delle camere, ad esempio, sono pensati per permettere una vista calibrata ma generosa verso l’esterno. Una veletta, semiriflettente in facciata esterna, posta davanti al sottoluce del serramento con funzione anche di parapetto, contribuisce a preservare la privacy delle camere.
Anche il ritmo alternato, di camera in camera, dei montanti verticali delle parti apribili a battente è realizzato in modo da rendere più agevole la vista sul paesaggio circostante da parte degli ospiti allettati. In alcuni serramenti, la presenza di “fleurs d’acier”, in memoria dei più famosi “fleurs de béton” che Le Corbusier impiega al convento di Santa Maria a La Tourette, mascherano la vista diretta dell’esterno ma permettono comunque il passaggio di una luce diffusa. In un’intervista a Casabella [n. 891, novembre 2018, pp. 62-85], Gianmatteo Romegialli dichiara di subire “il fascino dell’estetica della moto, in costante e profondo equilibrio tra bellezza e necessità, poiché tutte le cose che contiene sono necessarie al suo funzionamento”. Lo stesso si potrebbe dire di questa sua architettura.

Adolfo F. L. Baratta,
Professore Associato, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi Roma Tre


Scheda tecnica

 

Oggetto: Ampliamento della Casa di riposo “AmbrosettiParavicini”
Località: Morbegno (SO)
Committente: Fondazione Casa di Riposo “Ambrosetti Paravicini” Onlus
Progetto architettonico: act Romegialli con arch. Claudia Bigi e arch. Erika Gaggia
Progetto strutturale: Studio Moncecchi Associati
Progetto impiantistico:: Studio Tecnico Bertolini
Impresa di costruzioni: Paganoni Costruzioni
Cronologia: 2010-2014 (progetto); 2014-2016 (costruzione)
Superficie: 4.800 m2 
Costo complessivo: 4.000.000 €
Fotografie: @ Marcello Mariana