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Regno Unito/Londra  
NORD Architecture

Sottostazione elettrica principale del Parco Olimpico, Londra

In una Londra tirata a lustro per il grande evento della XXX edizione delle Olimpiadi, durante la quale è stata prevista un’ondata eccezionale di turisti-tifosi, non sono stati costruiti soltanto nuovi impianti sportivi e ricettivi per i Giochi. L'evento – che si è svolto per la terza volta nella capitale britannica – assomiglia ogni volta di più a una kermesse planetaria in occasione della quale non si fermano tutte le guerre in corso (come gli antichi Greci, padri della manifestazione, avrebbero sperato che accadesse), ma (miracolo!) poco ci manca.

All’evento hanno partecipato, infatti, ben 205 nazioni, spinte sempre meno dal decoubertiniano «l’importante non è vincere, ma partecipare», ormai quasi definitivamente soppiantato dalla ricerca del nuovo record da battere 

(personale, nazionale, continentale o mondiale) per accontentare lo sponsor sportivo (e non) di turno.

Alcuni Paesi usano le Olimpiadi per sfoggiare la loro ricchezza e potenza economica, altri per mere ragioni politiche e di propaganda, mentre altri ancora hanno semplicemente subappaltato l’«affare» Olimpiadi a un comitato privato. Nel caso di Londra, che, è bene ricordalo, è succeduta a Pechino 2008 – i Giochi più cari della storia, quelli in cui lo stato cinese non ha badato a spese per autoproclamarsi una delle superpotenze mondiali –, si è optato per una «politica» di low profile. D’altronde, forte era il condizionamento dell’attuale situazione economica occidentale, così come veniva richiesto un minimo di buonsenso per l’inevitabile disparità economica di fronte al budget utilizzato dalle autorità cinesi. Dunque, alla fine, ha prevalso il sano pragmatismo inglese arricchito dalle attualissime tematiche di sostenibilità, riciclo dei materiali, difesa del suolo, energie rinnovabili: argomenti che di continuo caratterizzano il nostro modo di vivere e operare nella società.

Nel 2007, NORD Architecture, Northern Office for Research and Design – uno studio scozzese fondato a Glasgow nel 2001 («Costruire in laterizio» n. 138, Ampliamento della casa Bell-Simpson) –, ricevette l’incarico da parte dell’Oda, Olympic Delivery Authority, per la realizzazione della principale sottostazione per la fornitura e produzione dell’energia elettrica del Parco Olimpico. L’opera doveva tener conto del forte stato d’abbandono in cui versava il quartiere, cercando di sfruttare l’occasione progettuale per il rilancio socio-economico di tutta la zona situata nella parte occidentale della città.

I NORD hanno deciso di intervenire in questo contesto degradato evitando di erigere un’opera-monumento a sé stante, optando invece per un volume inserito saldamente nel tessuto storico e architettonico dell’area. Il nuovo edificio, infatti, sfrutta la tradizione vittoriana, desunta dal tòpos del sito, di edifici industriali con un’alta qualità architettonica, utilizzando gli oltre 130.000 mattoni di colore black ebony per coprire interamente i suoi lunghissimi fronti, ricchi di texture, realizzati con la massima cura esecutiva.

La pianta della sottostazione elettrica presenta una forma rettangolare di 80 x 14 m. L’altezza, invece, non è costante: le due torri di raffreddamento contenute nel volume presentano quote differenti (la più alta raggiunge 15,9 m), mentre la parte centrale del fabbricato è di appena 4,875 m. Ciò permette la creazione di un corridoio visivo rivolto verso lo stadio olimpico e lo skyline cittadino con la St. Paul’s Cathedral.

Nelle sezioni inferiori del volume, il mattone opera come struttura portante, mentre, nei piani superiori, si trasforma, prima, in «pelle» che avvolge l’edificio per poi diventare «trasparente» grazie al sapiente disegno e alla posa di corsi sfalsati dei mattoni, che creano piccole forature utili per la ventilazione naturale dei due trasformatori interni, contribuendo alla redazione dell’immagine complessiva (soprattutto di notte) della costruzione. L’edificio, completato già nel 2009 (è stato il primo del Villaggio a entrare in funzione), riutilizza i materiali delle demolizioni dei vecchi magazzini industriali di Kings Yard secondo i più moderni dettami della sostenibilità e del riciclo; inoltre, presenta un brown roof per facilitare la fauna locale nella colonizzazione naturale del suo tetto piano.

Con questo progetto, i NORD hanno dimostrato di guardare lontano senza lasciarsi distrarre dai facili richiami di un’apparente modernità architettonica attualmente in voga. Tutto il volume trasmette un senso di solidità e permanenza, rafforzando così il suo ruolo pubblico. L’apparente semplicità monolitica delle sue forme si distingue intenzionalmente da certi profili spettacolari che caratterizzano la maggioranza delle nuove opere presenti all’interno del Parco Olimpico. 

Igor Maglica
Phd, architetto libero professionista


Scheda tecnica

Oggetto: Sottostazione elettrica principale
Località: Londra
Committente: Olympic Delivery Authority e EDF Energy
Progetto architettonico: NORD Architecture
Progetto strutturale: Andrews Associates
Superficie area: 1810 m2
Cronologia: 2007-2009
Costo complessivo: 6.800.000 €
Fotografie: Andrew Lee

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