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Italia/Venezia  
Kuehn Malvezzi

Komuna Fundamento, 13a Mostra Internazionale di Architettura, Biennale di Venezia

Organizzata dalla Biennale di Venezia, si è svolta, dal 29 agosto al 25 novembre 2012, presso i Giardini della Biennale e all’Arsenale, sotto la direzione artistica dell’architetto inglese David Chipperfield, la 13a Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Common Ground. Nell’ambito della Mostra sono state esposte 69 proposte e installazioni realizzate da architetti, fotografi, artisti, critici e studiosi che hanno coinvolto nei loro progetti altri colleghi con i quali condividono un «terreno comune» (Common Ground). 

Tra gli invitati compariva anche lo studio di architettura Kuehn Malvezzi (Johannes Kuehn, Wilfried Kuehn, Simona Malvezzi), fondato nel 2001 a Berlino, che, con un intervento suddiviso in due parti, dal nome Komuna Fundamento (Common Ground in esperanto), ha fornito al pubblico una sua interpretazione al tema a capo della manifestazione.

La prima parte del progetto era situata a conclusione del viale alberato, che dai Giardini conduce al Padiglione Centrale della Biennale, in posizione centrale rispetto allo scalone d’entrata, come una specie di «soglia», di plateau di forma rettangolare, costruito interamente in mattoni e con al proprio interno uno spazio per ospitare un piccolo albero già esistente. La costruzione, alta circa 65 cm, di fatto ostruiva l’accesso diretto al Padiglione, obbligando i visitatori a deviare, costeggiandola, o a interagire con essa utilizzandola come un luogo di sosta (appoggiandosi o sedendosi sopra).

All’interno del Padiglione Centrale, nella Sala Chini, posta tra l’atrio e il resto delle sale, era stata costruita la seconda parte dell’intervento − un’installazione in mattoni a vista, che, come in una specie di labirinto, coprivano le pareti oltre i 4 m di altezza − con lo scopo di creare un’altra «soglia» davanti all’entrata agli spazi espositivi dell’edificio. Una realizzazione che obbligava lo spettatore a effettuare un percorso a «Z», attraversando un piccolo spazio centrale «scavato», in cui si trovavano esposti i lavori dei due fotografi artisti invitati, Candida Höfer e Armin Linke. In sostanza, un’altra deviazione forzata che ci costringeva a soffermarci e a osservare, a percepire, il luogo in cui ci trovavamo (mentre lo stavamo attraversando) e quanto esposto. Secondo i progettisti «non un’architettura che si autorappresenti, ma un’opera architettonica che interagisca con le esistenze», come se si volesse «giocare con il contesto» per creare una nuova esperienza da condividere (con sé stessi e con gli altri).

Le due parti di Komuna Fundamento, anche se fisicamente distanti, dialogavano tra di loro. Inoltre, anche se una si presentava «aperta», l’altra «chiusa», una stretta, l’altra larga, una bassa, l’altra alta, sono state tutte e due realizzate in mattoni pieni posati in verticale, con giunti minimi e con i corsi non sfalsati. Il mattone è stato scelto come il materiale per le installazioni perché ritenuto elemento archetipo dell’architettura. Il colore utilizzato era un grigio scuro ottenuto attraverso un processo di riduzione dell’ossigeno applicato al comune mattone rosso; tutti di colore e di dimensioni leggermente diverse, all’incirca 22,5x10,6x4,85 cm.

Con questo progetto Kuehn Malvezzi hanno affrontato il tema del «terreno comune» su ben tre livelli: in relazione al contesto circostante, realizzando le due installazioni in mattoni; con i lavori dei due artisti fotografi che sono intervenuti nello spazio «creato» dell’installazione interna; con i propri riferimenti culturali, presenti in un volume intitolato Komuna Fundamento, pubblicato in esperanto, che contiene tutte le immagini del loro Common Ground progettuale.

Igor Maglica
PhD, architetto e giornalista


Scheda tecnica

Oggetto: Due installazioni temporanee
Località: Livorno Ferraris (Vercelli)
Committente: 13a Mostra Internazionale di Architettura
Progetto: Kuehn Malvezzi – Johannes Kuehn, Wilfried Kuehn, Simona Malvezzi
Cronologia: 2012
Superficie: 40 m2
Fotografie: Kuehn Malvezzi

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