Laureatosi in Ingegneria presso lâUniversitĂ degli Studi di Perugia, dopo una prima fase in cui si è dedicato alla libera professione ha assunto incarichi presso enti pubblici, sino allâattuale ruolo di Responsabile del servizio allâinterno dellâArea LL. PP. del Comune di Foligno, per cui ha curato la ricostruzione di tutti gli edifici scolastici dopo il sisma del 1997, con specifica attenzione allâefficienza energetica e a tecniche innovative per ridurre i consumi energetici degli edifici.
Quali sono i motivi che hanno portato alla realizzazione di questa palestra?
Tutto ha origine grazie a una donazione da parte della Cassa di Risparmio di Foligno, ente finanziatore dellâopera, con la compartecipazione del comune di Foligno. La donazione era vincolata alla partecipazione nella costruzione degli edifici sportivi, i quali dovevano essere correlati allâedilizia scolastica. In questo caso infatti parliamo di un edificio scolastico recente, costruito nelle fasi successive al terremoto del 1997; aveva la necessitĂ di essere dotato di un impianto sportivo, per il quale si prevedeva lâutilizzo anche pomeridiano per altre attivitĂ . Lâamministrazione ha deciso di finalizzare tale spazio specialmente allâattivitĂ della scherma. Câè dunque uno spazio allâinterno destinato alla scherma e uno dedicato alle attivitĂ scolastiche. La scherma si presta comunque anche alle attivitĂ mattutine dedicate ai bambini, poichĂŠ la scuola comprende sia una sezione materna, sia una elementare. Pertanto questo edificio nasce dallâesigenza di avere uno spazio sportivo sia a uso della scuola, da destinare ad altre pratiche sportive nelle ore pomeridiane (è per esempio omologato dal Coni per la pallavolo); inoltre lâAmministrazione ha valutato che il territorio necessitasse di uno spazio sufficientemente grande per praticare la scherma, disciplina locale di grande tradizione e fortemente in crescita, a maggior ragione dopo la medaglia dâargento vinta da un atleta di Foligno alle ultime olimpiadi. Per quanto riguarda la fruibilitĂ , il pavimento complanare permette la diversificazione delle attivitĂ , per cui per esempio anche i bambini, la mattina, possono compiere in tutta tranquillitĂ differenti attivitĂ ludiche e motorie.
Ci può raccontare le fasi salienti dellâiter di progetto e realizzazione?
Lâiter da cui è scaturita la realizzazione è stato lungo essenzialmente a causa di una variante del PRG. Abbiamo avuto la necessitĂ infatti di variare il piano regolatore, in funzione dellâannessione al progetto di unâarea confinante lottizzata, di proprietĂ privata e che sarebbe poi stata ceduta al Comune. La variazione del piano regolatore ha necessitato di un paio di anni per lâapprovazione. I lavori veri e propri sono durati invece solo un anno: abbiamo infatti cominciato i lavori nel novembre 2014 e li abbiamo terminati con lâinaugurazione dellâedificio nel dicembre 2015. Lâiter realizzativo, in funzione anche della tecnologia costruttiva utilizzata, ci ha pertanto premiato.
In merito alle scelte materiche, come mai la preferenza è ricaduta sul laterizio per lâintero involucro esterno?
Le scelte derivano tutte dallâidea progettuale originaria. Promotore è stato il nostro dirigente di area, architetto Luciano Piermarini, la cui architettura dialoga spesso con la logica del mattone. Da qui siamo partiti, e dallâimpianto sostanzialmente quadrato del progetto, pensando di implementare la sintassi del mattone tradizionale con una declinazione aggiornata in senso tecnologico. Partivamo da unâesperienza precedente per la caserma dei vigili urbani, la quale prevedeva una facciata ventilata in laterizio, ma realizzata con appositi pezzi speciali. In questo caso invece volevamo realizzare qualcosa di diverso, proponendo una facciata da eseguire tradizionalmente in opera che richiamasse le architetture tipiche del nostro territorio. Abbiamo quindi messo a punto il sistema di ventilazione della facciata e la tipologia dellâaggancio alle strutture retrostanti. Risultava particolarmente importante dimensionare il sistema delle feritoie e prese dellâaria nella parte bassa e in sommitĂ . Su questo tema è stato fondamentale lâaiuto del Dipartimento dâIngegneria Industriale dellâUniversitĂ degli Studi di Perugia, il quale ha creato un modello di studio in laboratorio, al fine di valutare attentamente la ventilazione invernale ed estiva. Infatti era necessario evitare una ventilazione eccessiva, che ci avrebbe portato un massiccio raffreddamento invernale, ma allo stesso tempo era necessario assicurare la giusta ventilazione nel periodo estivo. Realizzando il modello in laboratorio, è stato possibile pervenire a un efficace compromesso e ricavare le corrette indicazioni costruttive e dimensioni per le prese di aerazione e di espulsione, oltre che per la camera di ventilazione. Sono poi stati posti in opera una serie dei trasduttori, un anemometro e un datalogger, i quali monitorizzano ormai da un anno il sistema di ventilazione.
Probabilmente il primo ciclo di raccolta dati si concluderĂ entro questâanno. A un ciclo di monitoraggio ne seguirĂ un altro, attraverso lâutilizzo di un computer e un sistema informatico.
LâUniversitĂ , che ha collezionato i dati, ha giĂ presentato alcuni esiti in una conferenza informativa lo scorso anno, ma si riserva ancora il tempo di vagliare ulteriori analisi. La prioritĂ dellâUniversità è tarare il modello matematico messo a punto attraverso il modello sperimentale in laboratorio rispetto alla realtĂ . La novitĂ secondo me è stata appunto questa: come un finanziamento dedicato a unâopera pubblica, anche di dimensione modesta, abbia potuto coinvolgere lâambiente universitario e la ricerca industriale, creando delle occasioni peculiari di innovazione.
Ci può fornire ulteriori elementi tecnici relativamente alla facciata ventilata?
La facciata ventilata in mattoni, per altro anche questi prodotti da una fornace umbra, oltre a conferire qualitĂ architettonica allâedificio, ci consente di ottenere vantaggi diversi in termini di efficienza energetica e comfort termoigrometrico. Ad esempio la temperatura negli ambienti risulta piĂš stabile nel tempo; nelle ore in cui lâimpianto di riscaldamento viene spento, la parete infatti restituisce il calore assorbito durante la fase di funzionamento dellâimpianto, rallentando gradualmente il raffreddamento dellâambiente durante il periodo invernale; la camera di ventilazione consente di contro lâabbattimento del surriscaldamento estivo delle pareti. Si eliminano ulteriormente i ponti termici con conseguente risparmio energetico; si ostacola la formazione di condensa superficiale; si garantisce la maggiore efficienza nel tempo dellâisolante esterno, mantenuto perfettamente secco da una ventilazione ottimale. Al controllo dello scambio termoigrometrico in senso orizzontale, attraverso le pareti di involucro, partecipano inoltre fattivamente gli impianti di riscaldamento, per i quali nella palestra si sono appositamente scelti sistemi radianti a parete. La facciata ci garantisce un perfetto confort. Con temperature come queste che stiamo subendo in estate, allâinterno dellâedificio si percepisce fresco senza lâutilizzo dellâaria condizionata. Grazie alle vetrate e al calore che si accumula, in inverno riusciamo a consumare assai poco, avvalendoci degli impianti in misura modesta e riscaldando in questo modo palestra e spogliatoio. Riusciamo a riscaldare la palestra esattamente come previsto nei calcoli di progetto, attraverso centraline che miscelano lâacqua a 32 gradi quando le temperature esterne scendono intorno allo zero. Per la migliore fruibilitĂ dellâambiente, da 32 gradi scendiamo a 17 allâinterno della palestra, perchĂŠ è stata valutata essere la temperatura piĂš adatta in concomitanza alla attivitĂ motoria. La ventilazione offerta dalla parete in mattoni, favorita dalla massa schermante del laterizio, risulta davvero efficace.
Il plesso scolastico si arricchisce della palestra a seguito del sisma del 1997. Come si è comportato lâedificio dopo le scosse dellâultimo terremoto del centro Italia?
Prima del sisma del 1997 la scuola elementare si trovava in un edificio prefabbricato. Dopo gli eventi sismici di allora è stata ricollocata in un nuovo edificio a telaio in cemento armato e non ha risentito degli ultimi eventi sismici, fatto salvo per alcuni danni davvero superficiali riguardanti prettamente gli intonaci. Invece nei due nuovi stabili adibiti a palestra e a spogliatoio, rispettivamente di 510 e 210 m2 collegati allâedificio preesistente, non si sono registrati assolutamente danni, nemmeno alla facciata ventilata, proprio in virtĂš del sistema intelaiato in acciaio utilizzato, tantâè vero che vorremmo ora riproporlo per il progetto di unâaltra scuola. La parete ventilata in mattoni risulta ancorata a una intelaiatura metallica retrostante la facciata, costituita da una struttura principale verticale di profili a âCâ ancorata ai setti di cemento armato e da una struttura secondaria orizzontale con profili a âLâ opportunamente preforati per lâancoraggio della muratura di mattoni.