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Italia/Faenza  
Studio LBLA

Laterizio contemporaneo

A Faenza, ai bordi dell’appennino tosco-romagnolo, in un’area soggetta a vincolo paesistico, lo studio associato di architettura LBLA di Gabriele Lelli, Roberta Bandini e Andrea Luccaroni interpreta il tema dell’integrazione nel constesto ambientale tramite la scelta materica del laterizio e la rivisitazione in chiave contemporanea del tetto a capanna e del suo rapporto con la stereometria d’insieme

Appena al di fuori dal centro della città di Faenza in direzione sud-ovest, ossia verso Firenze, un piano particolareggiato degli anni Novanta ha previsto una serie di case isolate rispettando la rarefatta presenza insediativa del paesaggio agricolo tipico della «piantata romagnola». La residenza bifamiliare, progettata dallo studio di architettura LBLA, sorge sul confine sud-ovest di quella lottizzazione, rispettando i vincoli paesistici e i criteri insediativi del piano originario, ma al tempo stesso contaminando il tema della villa isolata con quello della costruzione agricola di necessità. Il risultato è un’originale articolazione di volumi nello spazio che si attiene alle dimensioni del lotto e lo scava sul confine sud, così da ricavare una corte interna e un giardino pensile di grande qualità spaziale. L’architettura che ne risulta è pacata e sollenne, al pari delle ville noeclassiche presenti nelle colline faentine; è semplice ed efficace come le tipiche forme aggregative di servizio alle coltivazioni orticole dell’intorno.

La stereometria pura dei due corpi di fabbrica principali viene esaltata dall’impiego del laterizio, sia nei paramenti verticali sia nei manti di copertura. 

Il vincolo della Sovraintendenza al rispetto dei caratteri tipologici e costruttivi tipici delle ville circonstanti, con i loro tetti a falda e i manti di coppi in laterizio, si è così trasformato nell’opportunità di inventare una soluzione formale e tecnica nuova proprio laddove le superfici verticali si incontrano con quelle inclinate delle copertura.

Per enfatizzare il concetto della aggregazione di forme elementari nello spazio, gli architetti hanno pensato di prendere a prestito un elemento costruttivo impiegato per le facciate – la tavella in cotto – e utilizzarlo per delineare il profilo di bordo di tutte le superfici di copertura. Le file di tavelle in cotto perimetrali ai manti di copertura da un lato forniscono il naturale prolungamento delle superfici verticali in laterizio e, dall’altro lato, nascondono i canali di gronda in rame integrati nei manti di copertura in coppo.

Le facciate e le coperture creano un continuum di superfici dello stesso colore e materialità; l’unica discontinuità diventa il cambio di inclinazione delle superfici in laterizio e le differenti texture tra le giaciture dei mattoni e dei coppi. 

La regola compositiva della semplicità aggregativa e delle geometrie volumetriche essenziali ritorna anche in altri dettagli costruttivi. 

Eliminati gli sporti di gronda, in questo caso sono i volumi stessi a diventare aggettanti sulla corte interna centrale. Analogamente, le terrazze diventano logge incorporate nei volumi principali e la loro presenza dall’esterno è percepibile solo allo sguardo attento ai dettagli. I vuoti squadrati lasciati tra i pieni della tessitura in laterizio infatti sono di diverso tipo: quando nascondono le logge, sul fronte sud tali vuoti sono interrotti da elementi metallici orizzontali di colore rosso, di diversi spessori e profondità, che segnalano appunto la presenza delle terrazzi retrostanti. Sugli altri lati, i vuoti sono interpretati con campiture vetrate ed elementi di oscuramento scorrevoli, sempre sui toni del rosso.

Per contrasto, se i due volumi principali sono caratterizzati dalla tessitura continua del laterizio che arriva fino al tetto, gli elementi costruttivi di connessione tra essi sono invece intonacati o caratterizzati da ampie porzioni vetrate. L’effetto ottenuto è così sempre di sottolineatura della mono-matericità del laterizio riletta in chiave contemporanea.

La residenza dal punto di vista funzionale si articola in tre livelli e due unità abitative, entrambe con accesso al piano terra. Un’abitazione si sviluppa sul solo piano terra; la seconda abitazione si articola principalmente al piano primo e al livello -1 della corte interna, laddove al piano terra dispone degli acessi principali e dell’autorimessa delle auto. Nel cuore del giardino gli architetti hanno studiato un gazebo metallico di sostegno ai glicini: un volume esile, curvilineo, traforato e verde crea un inaspettato e piacevole contrasto con le rigorose superfici in mattone dell’architettura.

Alessandra Zanelli
Professore associato, Politecnico di Milano

 

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