fbpx
Paesi Bassi/Amersfoort  
Hans Kollhoff

Le parti e il tutto

Nel progetto della torre del complesso «de Pijler» Hans Kollhoff definisce un’equilibrata relazione tra l’architettura e le sue parti attraverso l’accurato studio del dettaglio costruttivo

La torre del complesso «de Pijler» costituisce l’ultimo, in ordine di costruzione, dei quattro volumi alti che danno ordine e nome (le Torri Foortse) all’intervento di completamento del quartiere Vathorst di Amersfoort (Olanda), realizzato a partire dalla seconda metà del Duemila nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria Vathorst-Amersfoort, lungo il canale de Laak. 

La progettazione della torre del complesso «de Pijler», come le altre tre torri realizzate nell’ambito dell’intervento, è stata affidata a Hans Kollhoff. L’architetto berlinese, in questo caso, ha mirato alla piena integrazione della torre con gli edifici più bassi, molti dei quali realizzati da altri progettisti, disposti lungo il perimetro del lotto a formare un vero e proprio blocco urbano, delimitato a nord-ovest da un corso d’acqua e a sud-est da uno spazio verde. La torre, adibita esclusivamente a residenza, presenta una chiara separazione tra il basamento, di due piani di altezza, rivestito in lastre di pietra naturale e la parte superiore, di dieci piani, realizzata con un rivestimento in mattoni faccia a vista in laterizio. 

Questa distinzione tra il carattere massivo delle grandi lastre del rivestimento in pietra del basamento e la leggerezza della tessitura muraria del rivestimento in mattoni faccia a vista della torre richiama la distinzione tra stererotomia e tettonica proposta da Kenneth Frampton nella sua rilettura degli elementi fondamentali dell’abitazione primordiale di Semper: laddove il pesante basamento lapideo radica l’architettura al suolo, sottolineando «la tendenza della forma massiccia non solo a gravitare verso la terra ma anche a dissolversi nella sua materia», la ripetuta tessitura dei mattoni ne alleggerisce il corpo che si distacca dal suolo, salendo in altezza1. 

Dal punto di vista tipologico la torre prevede due alloggi per piano, uno dei quali dotato di un’ampia loggia esposta a sud-est, mentre nel basamento trovano posto alloggi su due livelli.

Dal punto di vista costruttivo la torre si caratterizza per l’essenzialità della soluzione tecnica e al contempo per la ricchezza del dettaglio. L’intero edificio, infatti, è costituito da una struttura portante continua in calcestruzzo armato che svolge anche la funzione di strato resistente del tamponamento, completata da uno strato isolante di 10 cm di spessore, da un’intercapedine di dimensione variabile in modo da ottenere sporgenze diversificate del rivestimento e da una muratura esterna in mattoni pieni 21 x 10 x 5 cm, lasciati a vista nella parte alta e ulteriormente rivestiti con lastre in pietra naturale di 2 cm di spessore nella parte basamentale.

L’essenzialità di questa soluzione trova una molteplicità di declinazioni attraverso un accurato studio del dettaglio. In particolare, il rivestimento della fascia di base si caratterizza per la cornice in pietra naturale che lo delimita superiormente e per i davanzali, anch’essi in pietra naturale che sottolineano le aperture; la muratura in mattoni faccia a vista è progettata in modo da determinare una serie di lesene che danno profondità alle facciate enfatizzando la regolarità della aperture; ancora, il vano delle finestre, realizzate a doppia anta con profilati metallici a taglio termico, è rimarcato da un davanzale e da un architrave prefabbricati in calcestruzzo armato, il primo lasciato a vista, il secondo rivestito con listelli di laterizio disposti verticalmente ed è protetto da un parapetto in ferro battuto; il dettaglio della linea di gronda della torre si caratterizza per una trave prefabbricata in calcestruzzo armato, rivestita da listelli di laterizio disposti verticalmente, sormontata da una cornice sagomata, anch’essa prefabbricata, in calcestruzzo armato a vista. Infine il sopraluce semicircolare delle finestre dell’ultimo piano, ottenuto con un elemento in calcestruzzo armato rivestito con listelli in laterizio, riproponendo così la tipica disposizione radiale dei mattoni nelle strutture ad arco, contraddistingue la torre de Pijler dalle altre tre torri dell’intervento. 

In quest’ultima, la cura del dettaglio sembra annullarsi nella grande scala dell’edificio; eppure l’attento disegno del coronamento, le cornici che separano il basamento dal corpo della torre e che rimarcano le aperture, lo spessore murario sottolineato dalle lesene, costruite con una sapiente tessitura del rivestimento in mattoni faccia a vista, il decoro retrò dei parapetti stabiliscono una stretta relazione tra il dettaglio costruttivo e l’architettura nel suo insieme, tra le parti e il tutto.

Andrea Campioli
Professore ordinario, Politecnico di Milano

contentmap_plugin

Ultimi articoli pubblicati


Laboratori e Centro socio-educativo per persone con disabilità
ifdesign
Le periferie italiane, specialmente se di recente formazione, sono frequentemente aree esclusive per...

I sistemi di rivestimento a parete ventilata e la nuova normativa italiana di settore
Presentate le novità e l’aggiornamento della norma UNI 11018 sui rivestimenti a facciata ven...

Antichi palinsesti in laterizio. L’Anfiteatro Campano tra restauro e miglioramento della fruizione
Il contributo si propone di riflettere sulla capacità del progetto di restauro di comprendere e far...

Misurare la sostenibilità dei processi edilizi attraverso il principio del DNSH
L’obiettivo per la neutralità climatica dell’Europa entro il 2050 passa oggi necessariamen...

L’approccio algoritmico alla progettazione dell’involucro e la stampa 3D
Il contributo descrive le opportunità della progettazione algoritmica nel processo produttivo di el...