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Italia/Venezia  
Matteo Mezzadri

Rethink the City I H1=H2

È noto che gli aeroporti evocano emozioni ambivalenti: da un lato, vi si respira un’atmosfera dinamica e vibrante all’insegna delle infinite, a volte entusiasmanti possibilità – in termini di conoscenza del mondo e di sé – che il viaggio alimenta; dall’altro, sono crocevia di vite e percorsi destinati a sfiorarsi spesso senza interazione, tanto da assumere quell’etichetta di “non - luoghi” anonimi e impersonali che attribuiva loro Marc Augé.
In ogni caso, l’aeroporto è sicuramente un “gate” verso nuove prospettive ed esperienze, oggi ancora più frenetico e brulicante in un’epoca in cui i tempi e le modalità di transito sono sempre più rapidi ed efficienti grazie alla tecnologia e dove la globalizzazione rende sempre più impalpabili i confini geografici e culturali del pianeta. Ad aprile 2022 (e fino ad ottobre) all’aeroporto di Milano Malpensa, uno degli scali intercontinentali più importanti del paese, è stata inaugurata la mostra dell’artista parmense Matteo Mezzadri “Rethink The City”: un’installazione site specific alla Porta di Milano del Terminal 1 pensata per la Soglia Magica, lo spazio espositivo inteso idealmente come la “dodicesima” porta di accesso alla città. L’opera rientra nell’ambito del ciclo di mostre su tematiche ambientali e urbane denominato “Orizzonte degli Eventi”, termine mutuato dall’astronomia che indica il confine fisico di un buco nero dove, per l’enorme attrazione gravitazionale, anche la luce perde la sua capacità di fuga. L’installazione è in concomitanza con un’analoga realizzazione del medesimo autore, allestita nell’ambito della 59° Biennale di Venezia 2022 (The Times of the Chimeras), dal 23 aprile al 27 novembre. L’esposizione milanese è costituita da 6.000 laterizi forati che riproducono lo skyline di una città immaginaria.
L’artista, che lavora da tempo sul tema della percezione dei luoghi, dell’attraversamento fisico e mentale dello spazio, della poetica del viaggio come strumento di contatto e contaminazione culturale, rielabora qui la sua personale visione di città contemporanea: un universo dicotomico di interazione e scambio da un lato e conflittualità e marginalizzazione dall’altro, alla ricerca di un equilibrio che risiede nella convivenza, nell’accettazione della diversità, nell’importanza attribuita ai legami interpersonali e alla socialità.
E lo fa ricorrendo allo strumento espressivo del laterizio, materiale allo stesso tempo antico e contemporaneo che costituisce l’unità di misura modulare e infinitamente riproducibile a comporre la cosiddetta “città minima”: non una “città ideale” ma il “luogo” del vivere umano con le sue contraddizioni, alla ricerca di un’essenzialità di valori e principi al di là di mode e superficialismi, qui rappresentata dall’essenzialità strutturale del mattone.
Nell’atmosfera crepuscolare e amniotica degli spazi espositivi - dove viene proiettato il video “Neighbors Machine” di una metropoli pixelizzata e cangiante - una metropoli di laterizio dalle forme svettanti si staglia sotto una luce tagliente ed enfatizza in modo teatrale l’identità della città che esce dall’ombra e si fa materia avvolgente grazie al carattere massivo degli elementi che la compongono: i
mattoni esprimono infatti la suggestione palpabile della permanenza, della consistenza dell’architettura e delle relazioni che ruotano attorno o dentro di essa, definendo un’idea di “luogo” dove fermarsi, incontrarsi o ritrovarsi, in contrapposizione agli automatismi e al via-vai convulso dei “non-luoghi” di passaggio.
Un’idea di città “centripeta” che attrae e non respinge, silenziosamente in contrasto con i ritmi frastornanti dell’aeroporto, che ritrae un “mondo senza gente” dove ci si sente catapultati e risucchiati proprio come lungo i bordi dell’orizzonte degli eventi: senza però volerne uscire perché forse, qui, a riflettere intimamente sulla natura dell’essere umano a contatto con una miriade di altri esseri viventi, ci si sente “a casa”.

Chiara Testoni
Architetto, PhD


*Le opere sono realizzate grazie alla fornitura di Fornaci Laterizi Danesi

 

Schede tecniche

Oggetto 1: Rethink the city – installazione Terminal 1, Porta di Milano, Aeroporto di Milano Malpensa
Località: Milano - Italia
Progetto: Matteo Mezzadri
Curatore: Matteo Pacini
Assistente curatore: Matteo Chincarini
Production manager: Daniela Bogo
Enti promotori: SEA e Comune di Milano
Fotografie: Matteo Mezzadri

 

Oggetto 2: H1=H2. National Pavilion Republic of Cameroon – The Times of The Chimeras, Liceo Artistico Stat. Michelangelo Guggenheim
Località: Venezia - Italia
Committente: Armand Abanda Maye
Progetto: Matteo Mezzadri
Curatori: Sandro Orlandi Stagl, Paul Emmanuel Loga Mahop
Fotografie: Matteo Mezzadri

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