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Fabrizio Caròla

“Cupole” in zona ad alta sismicità

La tecnica alla quale Caròla ricorre per il progetto della Scuola materna
di San Potito (CE) si fonda sull’uso del compasso. La struttura a cupole in laterizio è stata progettata per garantire la massima sicurezza antisismica.

I meccanismi di ‘adattamento’ tra organismo ed ambiente ci forniscono, per analogia, una possibile chiave di lettura delle opere di Fabrizio Caròla, per il quale il ‘dialogo’ tra materiali, tecnologie costruttive e luogo è l’esito di un ‘adattamento evolutivo’, di una cultura materiale stratificatasi nel corso di millenni.
Il compasso
La tecnica alla quale Caròla ricorre si fonda sull’uso del ‘compasso’ (fig.1), strumento della tradizione nubiana che Caròla evolve sul piano delle possibilità espressive e figurative.
La cupola
La curva declinata come cupola a tutto sesto o ad ogiva realizzata senza l’ausilio di opere provvisionali, la continuità tra struttura, involucro e copertura sono la cifra delle sue opere [1]. Attraverso un repertorio di possibilità combinatorie Caròla definisce un “abaco delle possibilità”, che in ossequio alla sua natura dissacratoria definisce ironicamente ‘a zucca’, ‘a goccia’, ‘a limone’, ‘a brioche’1. Pur applicando ricorrenti schemi distributivi: una organizzazione polare delle funzioni, grandi porticati, le architetture di Caròla sono sempre ancorate alle condizioni del luogo. Nessun arbitrio: ogni volta che inizio un nuovo lavoro azzero la mia memoria. Il materiale, le condizioni del sito, le esigenze delle popolazioni, il dialogo con gli artigiani, l’osservazione delle abitudini sono i parametri su cui ‘costruisco’ la proposta2.

 

 

 

 

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