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Spagna/Barcellona  
2BMFG Arquitectes, PICHarchitects_Pich-Aguilera

Istituto di ricerca dell’Ospedale Sant Pau

Il nuovo Istituto di ricerca dell’Hospital de la Santa Creu i Sant Pau (Ospedale della Santa Croce e San Paolo), noto anche come Hospital de Sant Pau, riunisce in un unico volume le diverse sedi di ricerca scientifica, in precedenza disseminate all’interno del vasto recinto ospedaliero.
L’Hospital è, innanzitutto, sinonimo di uno degli ospedali più importanti di Barcellona, ma anche di uno dei migliori esempi di architettura modernista realizzato da Lluís Domènech i Montaner (1850–1923), noto esponente del movimento modernista catalano, tanto è vero che, nel 1997, viene inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Le parti che compongono la grande struttura ospedaliera – situata vicina a un altro dei simboli del modernismo catalano, la grande basilica progettata da Antoni Gaudí, universalmente nota come Sagrada Família (Temple Expiatori de la Sagrada Família) – sono decorate da mosaici, sculture e stemmi araldici, secondo un certo gusto orientaleggiante, mentre la sua pianta è stata deliberatamente ruotata di 45° rispetto allo schema urbanistico adottato a Barcellona dal Plan Cerdà, in quanto Domènech non sopportava la “monotonia di due linee parallele ampiamente separate”, vale a dire una certa “monotonia visiva” generata dalla regolarità e similitudine degli isolati urbani presenti in questa vastissima area della città.
Il nuovo Istituto di ricerca, progettato da due grandi studi di architettura cittadini, è situato nella parte nord-est del complesso ospedaliero modernista e, anche se, a prima vista, presenta un’immagine decisamente contemporanea e “internazionale”, in realtà, non poteva ignorare una preesistenza storica di architettura così importante all’interno dell’isolato.
Il volume del nuovo edificio, affacciato sulla via Sant Quintí, tra la modernista Casa de la Convalescència e un anonimo padiglione ospedaliero di recente costruzione, presenta una conformazione planimetrica sostanzialmente regolare, allungata e rettangolare. Anche se si tratta di un volume unico – di complessivi 9.700 m2, distribuiti lungo i suoi sei piani, di cui due interrati –, in realtà, i suoi ambienti interni sono formati dall’unione di due parallelepipedi, individuabili anche dall’esterno, in virtù delle loro altezze diverse. Al primo piano il volume è unito, per mezzo di un “braccio” tubolare in acciaio, coperto da una membrana tessile, al più vicino padiglione ospedaliero.
Quello che contraddistingue maggiormente l’Istituto è la sua “pelle” esterna in listelli di ceramica, che avvolge quasi interamente tutta la sua superfice, ad eccezione del basamento. Di forgia tecnico-contemporanea, essa presenta una trama semitrasparente di policromia vivace, desunta dai colori storici del modernismo catalano, e costituisce il trait d’union progettuale tra due periodi storici distinti (modernismo e contemporaneo) presenti nel sito. Dietro tale “maschera” si nasconde un efficiente organismo che incorpora i più esigenti parametri contemporanei in termini di sostenibilità ed economia circolare: ha ottenuto il massimo risparmio energetico (classe energetica A) e il minimo impatto ambientale (certificazione Leed Platinum).
Tutto l’Istituto è facilmente smontabile, secondo le dinamiche dell’economia circolare: invece dei tradizionali sistemi di costruzione, utilizza componenti fabbricati in officina e assemblati in loco. Inoltre, si tratta di un edificio flessibile, facilmente adattabile a cambi di utilizzo, modificando la distribuzione di partizioni interne posizionate ai due lati dalla lunghissima striscia centrale (corpi scala, ascensori, servizi igienici, locali tecnici), che lo attraversa longitudinalmente. 

Igor Maglica,  
PhD, architetto e giornalista


Scheda tecnica

 

Oggetto: Istituto di ricerca dell’Ospedale Sant Pau, Barcellona, Spagna
Località: Barcellona, Carrer de Sant Quintí 75
Committente: Fundación Privada Hospital de la Santa CreuiSant Pau
Progetto architettonico: 2BMFG Arquitectes (Carles Buxadé, Carles Gelpí, Àgata Buxadé, Ramon Ferrando)e PICHarchitects_Pich-Aguilera (Felipe Pich-Aguilera, Teresa Batlle, Jordi París, Jordi Camps)
Team di progettazione: Enrico Narcisi, Gabriele Rotelli, Marianna Mincarelli, Paola Amato, Helena Carì, Astrid Steegmans, Lisa Zanin, Federico Volpi, Letizia Artioli, Giovanni Vergantini, Paula Gheorgue, Esther Saliente Soler, Vincenzo Cicero, Sofia Barberena, Philip Lemanski, Marco Nucifora, María Cano Gómez, Carlo Consalvo, Luis Angello Coarite Asencio, Teymour Benet, Cecilia Simonetta, Edurne Oyanguren, Yilin Mao, Marilena Petropoulou, Ludovica Rolando, Mikaela Patrick, Erez Levinberg, Pablo López Prol, Mabel Aguerre
Calcolo della struttura: 2BMFG
Sostenibilità:  PICHarchitects_Pich-Aguilera
Engineering: JG Ingenieros
Construction Engineering: Tècnics G3, Font-Grau
Project management: Àlex Figuera, Dídac Xifreu
Fondazioni: Dragados
Sicurezza e Salute: Elvira Altadill 
Impresa di costruzioni: Ferrovial Agroman
Servizi:  UTE Sogesa-Elecnor
Fotografie: © Aldo Amoretti