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Paesi Bassi/Amsterdam  
KCAP Architects&Planners

Django Building a Amsterdam

A sud del centro storico di Amsterdam nel 1998 la Municipalità ha affidato a De Architekten CIE il masterplan di un nuovo quartiere dal nome Zuidas. Il complesso polifunzionale, che ospita prevalentemente residenze, occupa una superficie di 2,5 km2 e verrà completato nel 2023. Gli elementi che maggiormente caratterizzano il masterplan sono la viabilità e gli edifici a forte sviluppo verticale. Per quanto riguarda il primo aspetto, le infrastrutture principali sono state interrate in sette tunnel, di cui cinque dedicati alla rete ferroviaria e alla metropolitana, con l’obiettivo dichiarato di potenziare enormemente il trasporto pubblico.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, il quartiere si sviluppa in altezza per poter integrare il costruito con ampie aree verdi. Il cuore del quartiere Zuidas è composto da un comparto che porta il nome di Gershwin. In questa zona, che ha una superficie complessiva di 280.000 m2 (168.000 m2 di residenziale; 63.000 m2 di uffici; 38.000 m2 di servizi e commercio), gli edifici ricordano alcune leggende del jazz quali Miles Davis, Ella Fitzgerald, Duke Ellington e Django Reinhardt. Quest’ultimo, belga di origine nomade noto con il solo nome di Django, è famoso per aver sviluppato una tecnica chitarristica rivoluzionaria per superare, dopo una lunga e dolorosa degenza, una menomazione fisica alla mano sinistra dovuta a un incendio.

È curioso come l’edificio più basso del comparto urbano sia stato battezzato con il nome del più alto esponente del mondo jazz, in particolare «Manouche».
Con soli 34 m e nove piani fuori terra, in un’area urbana che presenta i 29 piani dell’imponente torre Amsterdam Symphony progettata da De Architekten CIE e i 20 piani della Duke Tower progettata da Ateliers Lion Architectes Urbanistes, il Django Building è stato definito come «un Davide tra i Golia» da Han van der Born, uno dei soci di KCAP Architects&Planners.

Il Django Building, su una superficie totale da 15.000 m2, comprende 108 appartamenti (in affitto) di diversa metratura e su uno o due livelli, spazi commerciali e un parcheggio interrato su un solo livello progettati da Inbo Architecten.

L’edificio, così come la musica de Le Quintette du Hot Club de France di Django e Grappelli, è carico ora di leggerezza, ora di tensione.

Il programma complessivo si articola in un corpo di fabbrica che è continuo nei primi tre piani fuori terra e poi è scomposto in due volumi, quello sull’angolo sud-ovest a pianta quasi quadrata e quello sull’angolo nord-est con una pianta a elle che obbliga due fronti stradali. Il rigore dei volumi viene meno per i corpi di fabbrica collocati sulla copertura piana, poco visibili dalla strada perché arretrati rispetto al filo esterno, generati da una linea curva che descrive dei piccoli corpi organici. 

Sul lato sud-est del lotto si trova un sunken garden, un giardino riparato dal vento e dal freddo che cattura i raggi solari e permette, nel rigido clima olandese, la coltivazione di piante delicate; uno spazio che invita al raccoglimento, alla contemplazione e quasi all’estraniamento da ciò che lo circonda anche grazie al fatto che ospiti i bambini di un asilo. 

I tre piani inferiori, a destinazione commerciale, sono assimilati da uno schermo avanzato in vetro stampato che riproduce una bambusaia, i piani superiori, invece, presentano un rivestimento in mattoni faccia a vista di colore nero: mentre la parte bassa ha un aspetto accogliente che ricorda il sunken garden e i giardini pensili circostanti, la facciata scura, necessaria per distaccarsi cromaticamente dall’ingombrante Amsterdam Symphony, è severa anche se animata da ampie vetrate con serramenti a sezione variabile in metallo anodizzato di colore champagne e balconi sfalsati. 

L’omogeneità dell’involucro, ritmata da un’alternanza ripetitiva, accresce il carattere scultoreo dei volumi opachi sulla base vetrata. 

Nell’editoriale della monografia di Costruire in Laterizio dedicata alle «Nuove espressività fiamminghe» l’architettura olandese viene descritta come «un’attitudine, una sensibilità riconosciuta […] che ha generato una cultura architettonica ibrida, la cui multidentità si è consolidata attraverso l’uso prevalente dei materiali della tradizione, una particolare sensibilità per l’ambiente, la cura per il dettaglio costruttivo» (Alini, L. [2008] «Il materiale come strategia del costruire», Costruire in Laterizio, n. 121, pp. 2-3). Quanto affermato da Alini rappresenta un’efficace sintesi del Django Building di KCAP Architects&Planners.

Adolfo F. L. Baratta
Ricercatore, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Roma Tre


Scheda tecnica

Oggetto: Django Building, complesso residenziale e commerciale
Località: Amsterdam
Committente: Consortium Royaal Zuid (Era Contour, Prospect Zuidas e Bouwfonds Ontwikkeling)
Cronologia: 2002-2010
Superficie: 15.000 m2 (escluso parcheggio) di cui 13.000 m2 residenziale e 2.000 m2 commerciale
Fotografie: Paulien Borst

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