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Italia/Torino  

L’evoluzione della tradizione: un nuovo tetto per la Cantina Rostagno

La realtà vitivinicola Rostagno è posta nella collina del canavese, in provincia di Torino. Nel 1994 la famiglia Rostagno decide di acquisire nuovi lotti, arrivando a operare su 4 ettari. Sorge inoltre la necessità di lasciare la cantina di famiglia, più volte trasformata, e di cercare una nuova sede, in cui far convivere necessità abitative e produttive. La scelta ricade su luoghi isolati, circondati dalla natura e dal silenzio: a poca distanza dalla borgata è disponibile il rudere di un vecchio edificio in pietra del XVII secolo, circondato dai boschi e da un paesaggio selvatico, con una splendida vista su Torino. 
Le esigenze e il gusto dei proprietari si orientano verso un’architettura che rispetti i luoghi e si richiami alla tradizione, ma che lasci spazio a piccoli aggiustamenti legati alla praticità, all’evoluzione tecnologica e alle nuove esigenze normative proprie della viticoltura.
Il progetto si deve confrontare con una serie di vincoli paesaggistici che tutelano la zona. L’amministrazione locale consente la demolizione con ricostruzione anche discostandosi dalla tipologia costruttiva locale tipicamente a stecca, pur nel rispetto di alcune prescrizioni, quali l’utilizzo della pietra di recupero proveniente dalla vecchia abitazione per il rivestimento del basamento del nuovo edificio. Il progettista, arch. Maurizio Grosso di Cuorgnè (To), deve progettare una casa per rispondere adeguatamente alle esigenze della Committenza, che desidera una residenza che ben si adatti al luogo. L’edificio dovrà contenere e promuovere l’intera attività produttiva della cantina, con l’obiettivo futuro di organizzare piccoli eventi e garantire un minimo di ospitalità. Anche per la copertura, come per il resto dell’edificio, ci si è avvalsi dell’esperienza lituana: normalmente abituata a semplici tetti a capanna, la manodopera nordica si è trovata qui ad affrontare la sfida di una geometria complessa. Il manto doveva essere tradizionale e caldo ma anche funzionale e sostenibile.
Composto da varie porzioni a capanna che si intersecano perpendicolarmente tra loro a quote differenti, è stato realizzato in termini di manto con la tegola in cotto Coppo Domus rustico fiammingo di BMI WIERER: una tegola dal profilo antico, romantica, sfumata, mescolata, con colori diversi che si accostano a terra e sabbia. Completano e rendono funzionale il manto tutti i pezzi speciali coordinati, quantificati e distribuiti secondo la normativa (tegole paraneve, di aerazione, colmi, finali, ...).
Il Sistema BMI rappresenta il sistema interagente ventilato ideale, poiché dà continuità al sistema isolante definito a parete:
• sull’assito è stata posizionata la membrana Vapotech 160 2S: uno schermo controllo vapore in polipropilene, impermeabile all’acqua ed al vento, che permette un passaggio controllato del vapore; 
• 8+8+2 cm strato coibente dalla doppia densità; un sistema massivo, decisamente idoneo a risolvere le problematiche termiche estive, particolarmente resistente ai carichi, apporta un’atmosfera interna sana e naturale. È un materiale riciclabile, ecologico, rispettoso dell’ambiente;
• conclude la stratigrafia la membrana Divoroll Universal S Hyper, sintetica traspirante e impermeabile all’acqua, composta da filamenti in polipropilene. 
I pannelli del sistema solare termico e fotovoltaici in appoggio contribuiscono alla sostenibilità ed all’autonomia energetica dell’immobile, assecondando le necessità di fonti rinnovabili richieste dalla legislazione piemontese sulle nuove edificazioni. Poiché il progetto è stato autorizzato in data antecedente all’entrata in vigore della legge piemontese in termini di sicurezza in quota, non è stata prevista la distribuzione di dispositivi anticaduta. 

BMI ITALIA
Contatto diretto: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.bmigroup.com/it 

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