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Austria/Vienna  

BRICKerl, “il mattoncino”. Un padiglione nel cuore della città

La maggior parte dei palazzi viennesi mantiene segreta, sotto le eleganti facciate, la materia con cui è costruita: il laterizio. La lavorazione dei laterizi a Vienna si è sviluppata sin da tempi antichi grazie alla presenza di enormi quantità di argilla nel sottosuolo. A partire dal 1820, per effetto del sostegno diretto di Maria Teresa d’Asburgo, l’industria viennese del mattone ha conosciuto un enorme sviluppo produttivo che ha permesso la costruzione della città storica, quale oggi la vediamo. Nonostante la onnipresenza del laterizio, camminando per le strade della capitale austriaca non è facile percepirne la presenza sotto gli intonaci e i rivestimenti.
Per riportare al centro dell’attenzione le qualità dimenticate di questo materiale di architettura, gli studenti della TU Wien (Politecnico di Vienna) con David Calas, in collaborazione con lo AzW-Architekturzentrum Wien (Centro di Architettura di Vienna), insieme allo studio londinese Assemble, si sono dedicati alla reinterpretazione contemporanea del laterizio, sottolineando che il nuovo modo in cui esso viene utilizzato deve inevitabilmente riflettere le necessità e le aspirazioni della società odierna.
Dopo un’approfondita analisi tecnica e produttiva del materiale, svolta presso la storica fabbrica di Hennersdorf, appena fuori Vienna, i giovani studenti viennesi sono riusciti a trovare una equilibrata soluzione al problema dato, disegnando un padiglione provvisorio, tutto in laterizio. Il progetto prevede l’impiego di blocchi isolanti, provenienti dalla produzione industriale standardizzata, montati e composti però in modo decisamente innovativo. Senza l’uso della malta, gli studenti hanno ideato un originale sistema per costruire la struttura del padiglione, realizzato nella prestigiosa cornice offerta loro dallo MQ-Museumsquartier (Quartiere museale).
Il BRICKerl o “mattoncino” – questo il nome del padiglione, derivato dalla corruzione tedesca della parola inglese Brick, mattone – è stato interamente costruito, e poi smontato, dagli stessi studenti che lo hanno disegnato. Esso si posiziona su una piattaforma in legno, dotata di scalini e rampe.
Nel progetto, gli elementi in laterizio vengono usati in modi diversi; non solo per le murature del padiglione vero e proprio, ma anche per comporre l’arredo degli spazi interni ed esterni, continuamente alludendo alla materialità nascosta dei palazzi circostanti.
Le facciate del BRICKerl sono completamente dominate dal laterizio, impiegato con una variabilità che richiama quasi abilità tessili. Infatti, gli studenti viennesi hanno sviluppato una singolare tecnologia per cucire a secco i blocchi isolanti tra di loro: la congiunzione dei materiali avviene solo attraverso delle cinture di pallet, le stesse usate nel trasporto dei pezzi, che ne rafforzano la soluzione statica e tettonica. Dietro le facciate in laterizio si trova una struttura leggera in legno che serve come telaio rigido, a cui sono effettivamente legati i vari elementi.
Questo schema progettuale si può facilmente interpretare come una citazione della Bekleidungstheorie (Teoria del Rivestimento) di Gottfried Semper. Il noto architetto tedesco, che a Vienna ha lasciato una traccia indelebile, immaginava infatti che la Urhütte (Capanna primitiva) consistesse in un sistema portante in legno e in pareti rivestite con manufatti tessili. Se nel modello semperiano la decorazione della struttura era affidata alle stoffe, nel padiglione viennese questa si ottiene attraverso l’uso variato dei fori di aereazione dei blocchi, che cambiano di forma e grandezza a seconda della tipologia degli elementi impiegati. Data la grande varietà dei laterizi disponibili, gli studenti viennesi sono riusciti a sperimentare facciate molto particolari, lasciando percepire ai visitatori l’intera gamma espressiva del materiale, che varia dalla funzione strutturale a quella decorativa. Le fasi del cantiere e l’uso originale del laterizio, come unico materiale da costruzione, hanno richiamato l’attenzione dei passanti e degli specialisti, che ne hanno liberamente vissuto gli spazi interni ed esterni, trovando luoghi dove sedersi, chiacchierare, ma anche discutere e imparare.
All’interno del padiglione è stato infatti installato un forno per ceramica col quale, durante l’esposizione, è stato possibile partecipare a vari workshop dedicati alla lavorazione della ceramica, materiale tradizionale molto presente nell’architettura della città.
Per la sua originale immagine monomaterica e la sua flessibilità di uso, il BRICKerl si è rivelato, sin dall’inizio, un grande successo, anche perché accompagnato e introdotto dalla contemporanea esposizione, allestita nei vicini locali dello AzW, dei progetti dello studio londinese Assemble, che propone tecniche alternative nell’uso dei materiali da costruzione. In questo senso il BRICKerl, pur essendo un progetto squisitamente viennese, si inserisce efficacemente nelle più interessanti tendenze sperimentali internazionali degli ultimi anni.

Laura Frediani, frediani+gasserarchitettura, Vienna