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Cina/Yangzhou  
Neri&Hu Design and Research Office

Tsingpu Yangzhou Hotel

Situata all’estremo est della Cina, con i suoi quattro milioni e mezzo di abitanti Yanghzou è un importante nodo di collegamento nell’area economicamente più dinamica del Paese (il delta del fiume Yangtze): creare un “rifugio” dove riconciliarsi con se stessi e con la natura, ritrovando il piacere della pace e del silenzio in un ambiente accogliente e domestico, non è una sfida da poco in una simile, frenetica metropoli.
Lo studio di Shanghai Neri&Hu, incaricato di realizzare un “boutique hotel” - hotel di lusso con ambienti dotati di alloggi e servizi esclusivi e personalizzati - è riuscito brillantemente in questo scopo.
I progettisti si sono trovati a operare in un contesto paesistico particolare e suggestivo grazie alla presenza di numerosi piccoli laghi e punteggiato da edifici preesistenti. L’intervento ha provveduto a recuperare alcuni dei fabbricati presenti e ad ampliare la dotazione richiesta attraverso la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, per coprire il fabbisogno complessivo di una ventina di camere.
L’impianto generale è caratterizzato da un esteso e compatto “recinto” murario principale che ospita le camere e i servizi correlati (reception, biblioteca, ufficio…); all’esterno del recinto si situano un corpo di fabbrica a nord, ristrutturato e ampliato, che ospita un ristorante, uno spazio espositivo e un teatro, ed uno ad est prospiciente il lago, che ospita quattro camere. Il “cuore” dell’intervento è costituito dal recinto principale. All’interno del recinto, la sfida compositiva è stata stabilire una connessione tra gli elementi frammentari - le preesistenze e i nuovi corpi di fabbrica - conferendo al complesso un carattere unitario.
Lo stratagemma progettuale è stato pertanto adottare una griglia ordinatrice di percorsi di collegamento delimitati da corposi setti murari in laterizio che, disegnando una “scacchiera”, inglobano sia i fabbricati esistenti sia gli edifici ex novo e conferiscono al complesso un’immagine omogenea.
Con un evidente rimando alla tipologia tradizionale della casa cinese “a corte”, tra i percorsi ortogonali si ritagliano cortili interni che ospitano ora i corpi edificati ora giardini all’aperto allestiti con fiori, boschi di bambù e specchi d’acqua, dove la natura fa breccia divenendo parte integrante dell’ambiente costruito.
Un bilanciamento tra “pieni” e “vuoti” caratterizza l’immagine d’insieme: dalle prospettive “umbratili” nei lunghi percorsi delimitati dai setti in laterizio, che si aprono al paesaggio esterno solo grazie a squarci nella tessitura muraria, la vista spazia nelle corti interne scoprendo per step successivi luoghi intimi e inaspettati, al riparo dal fragore della città esterna. Una stringente logica gerarchica distingue lo spazio di transito da quello di sosta, come emerge anche dai criteri costruttivi e compositivi adottati: i corpi di fabbrica, sia nuovi sia ristrutturati, restano materialmente discosti dal reticolo dei percorsi di collegamento in laterizio, mantenendo una propria autonomia strutturale e figurativa e rimarcando l’identità dello spazio “privato” dedicato agli ospiti rispetto a quello “pubblico” di transito.
Il complesso si inserisce in modo delicato e scrupoloso nel paesaggio, grazie alla contenuta altimetria degli edifici limitata perlopiù a un solo piano: le coperture dei fabbricati non eccedono infatti la quota dei setti murari che racchiudono i percorsi di collegamento e pertanto non vengono percepite dall’esterno, a eccezione dell’edificio centrale a due piani che ospita la biblioteca.
Il materiale di costruzione prevalente è costituito dal laterizio di recupero dal colore grigio, utilizzato diffusamente nei setti murari e
nelle pavimentazioni: la scelta di tale materiale, proprio per le sue caratteristiche massive, appare perfettamente idonea a rappresentare il valore semantico che tale architettura dischiude, quello cioè di una sorta di “fortezza”, di “baluardo” robusto e inespugnabile dall’esterno, che raccoglie al suo interno spazi preziosi e nascosti a cui soltanto gli ospiti possono accedere. Una concezione filosofica dell’architettura che fa leva sul carattere durevole, solido e affidabile del laterizio, che sa integrare la tradizione tipologica e costruttiva locale con un linguaggio contemporaneo efficace, che sa bilanciare la vocazione all’introversione propria di un luogo protetto ed esclusivo con l’apertura verso il paesaggio circostante e verso il paesaggio interno delle corti, dove lo sguardo si apre alla natura e al cielo in un intimo equilibrio.

Chiara Testoni,  
Architetto, Phd 


Scheda tecnica

 

Oggetto: Tsingpu Yangzhou Hotel
Località: Hanjiang District, Yangzhou - Cina
Progetto architettonico: Neri&Hu Design and Research Office (Lyndon Neri & Rossana Hu)
Collaboratori: Federico Saralvo, Ziyi Cao, Fong Huang, Sela Lim, Zhao Lei, Callum Holgate, Leyue Chen, Valentina Brunetti, Sean Shen, Xin Liu, Bin Zhu, Nicolas Fardet, Yun Wang, Jin Zhang
Progetto arredi e illuminazione: Neri&Hu Design and Research Office
Superficie: 4.200 m2 
Cronologia:  2015-2017
Fotografie: © Pedro Pegenaute