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Paesi Bassi/Amsterdam  
Hoebink + Daniëls

Evanescenze in laterizio

Due differenti toni di colore e due diversi piani di posa caratterizzano gli elementi in laterizio delle facciate del nuovo complesso edilizio Centrumgebied Amsterdam Noord (CAN), progettato dagli architetti Heren5 alla periferia della capitale olandese

Un piano terra commerciale vasto come un campo da calcio costituisce il basamento per quattro corpi edilizi, alti fino a 25 metri, e ravvicinati quanto basta per far penetrare tra essi la luce del sole senza perdere volumetria utile per il grande parcheggio multipiano. Al di sopra del livello a destinazione commerciale, attraverso un articolato sfasamento dei piani, gli architetti frammentano e sagomano il volume in quattro edifici che, come delle «fette», si sviluppano per tutta la lunghezza dell’isolato, moltiplicando così le facciate, che sono tutte in laterizio.

I nuovi affacci sugli spazi aperti intestiziali, risultano preziosi per evacuare le esalazioni dei gas provenienti dal parcheggio multipiano e per illuminare naturalmente i piani dello stesso, si crea al contempo una continuità visiva tra le zone di sosta e di commercio e le rampe di accesso alla struttura. Delle quattro «porzioni» che compongono l’edificato urbano, le tre sviluppate sul fronte nord sono interamente dedicate al parcheggio, l’ultima completamente rivolta a sud e con affaccio sulla strada è dedicata alle residenze. Proprio con l’intento di rievocare la tipica articolazione verticale del modello abitativo olandese, con affaccio diretto su strada, quest’ultimo corpo di fabbrica viene suddiviso in undici settori che scandiscono il lato sud.

Alla monoliticità dell’impianto urbano dei lunghi prospetti che affacciano verso nord e sud, si contrappone una diversificazione di proporzioni tra i quattro corpi di fabbrica e anche tra gli spessi spazi aperti intermedi, percepibile nei lati est e ovest. I tagli tra gli edifici, così orientati sull’asse est-ovest, e peraltro non sempre paralleli tra i diversi fronti che si affacciano vicendevolmente, garantiscono un efficace ingresso della radiazione solare alle residenze e ai diversi piani del parcheggio, così come una sufficiente luce zenitale sulla piastra a destinazione commerciale.

Il grande prisma, dunque, non presenta quattro fronti, bensì sedici sistemi di facciata, nei quali il «cotto» rappresenta la tessera di base, l’elemento unificante e caratterizzante di ogni scelta compositiva, ma anche il mezzo attraverso il quale identificare le diverse funzioni inserite negli edifici. Attribuire colore, semi-trasparenza, carattere urbano e aspetto durevole alle facciate di un parcheggio multipiano è davvero una sfida difficile che gli Heren5 hanno affrontato, con maestria, affiancando alle loro efficaci proposte progettuali la competenza tecnico-costruttiva dell’impresa di costruzione Leebo V.B. e la creatività degli artisti Willem Hoebink and Jan Hein Daniëls.

L’impresa di costruzioni Leebo ha fornito chiavi in mano le facciate, predisponendo una serie di pannelli prefabbricati di dimensioni 2,5 x 3 metri, costituiti da un telaio in acciaio e da diversi tipi di tessitura muraria, nei quali due differenti toni di colore e due diverse profondità di aggancio del singolo blocco rispetto alla sotto-struttura del pannello conferiscono profondità alle superfici verticali e disegnano un decoro a losanga che distingue i livelli del parcheggio dai paramenti murari più tradizioni del basamento commerciale e dei volumi residenziali.

I pannelli prefabbricati in laterizio riservati al tamponamento delle aree di parcheggio, hanno la pecularità di essere trasparenti per il 40% della loro superficie, ovvero la tessitura degli elementi in «cotto» è quasi un completo intercalarsi tra un vuoto e un pieno, dove la leggera sovrapposizione tra elementi non è determinante per la stabilità del costrutto quanto il portato di decisioni compositive e di prestazioni attese per ciò che riguarda l’illuminazione necessaria nei piani adibiti alla sosta delle automobili.

Aldilà della peculiarità estetica del sistema di facciata, che si aggancia a secco alla struttura in cemento armato dei piani dei parcheggi, tale soluzione costruttiva comporta molteplici vantaggi: in primis è notevole l’alleggerimento dei panelli con conseguenti facilitazioni nel trasporto in quota e nell’assemblaggio; inoltre la cortina edilizia così composta costituisce un efficace diaframma tra esterno e interno, capace di garantire sia la ventilazione che l’illuminazione naturale direttamente tramite le forature delle superfici in laterizio, comportando così un notevole risparmio economico nella gestione.

Di giorno sulle facciate predominano i toni del rosso, con cui è realizzato il disegno a losanga, le campiture di colore più tenue, create con un diverso tipo di laterizio, e il gioco delle, «sottolineature» d’ombra creato dal lieve disassamento dei piani di posa tra gli elementi. Di notte invece è proprio quel 40% di vuoto, lasciato nell’apparecchiatura muraria, che prende il sopravvento, grazie a un sistema di luci integrato alle barriere, in acciaio anti-collisione, che corrono lungo tutto il perimentro dell’area di parcheggio.

Gli artisti Willem Hoebink and Jan Hein Daniëls hanno voluto retroilluminare le facciate degli edifici creando un effetto «pixel» proprio grazie ai moduli vuoti lasciati nella tessitura in laterizio. L’immenso parcheggio si erge nella città come una scultura di colore, durante il giorno, e di luce, all’imbrunire.

Alessandra Zanelli
Professore associato, Politecnico di Milano
 

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